Visita ai detenuti del carcere di Catanzaro per ricordare Enzo Tortora

Domenica 17 giungo 2018 in carcere a Catanzaro per ricordare Enzo Tortora e i tanti casi Tortora

Candido (Partito Radicale NTT, Abolire la miseria): domenica 17 giungo 2018 saremo in carcere a Catanzaro per ricordare Enzo Tortora e i tanti casi “Tortora” come Angelo Massaro. E ci fa grande onore che a noi si unisca la Senatrice Bianca Laura Granato del M5S.
 
<<Anche oggi potrebbero essere tanti gli innocenti nelle patrie galere. Ricordate la notte tra il 16 e il 17 giugno del 1983, quando Enzo Tortora viene arrestato con l’accusa infamante di associazione camorristica e traffico di droga? L’accusa è tra le più infamanti per chiunque, a maggior ragione per un personaggio pubblico che, fino al giorno prima, era stato il beniamino di Portobello.
Una vicenda che segnò Tortora fisicamente, moralmente. Poi la candidatura alle europee per il Partito Radicale del quale diviene presidente, la sua elezione e la rinuncia alla carica per affrontare il processo da cittadino senza immunità>>.
A ricordarlo in un comunicato che annuncia la visita nel carcere di Catanzaro per domenica prossima, 17 giugno 2018, è Giuseppe Candido, militante del Partito Radicale Nonviolento e segretario dell’associazione radicale nonviolenta “Abolire la Miseria-19maggio
<<Il 13 giungo del 1987, quattro anni dopo,>> – si legge ancora nella nota di Candido – <<la Corte di Cassazione lo assolve definitivamente, per non aver commesso il fatto. I magistrati che in primo grado l’avevano imputato e fatto condannare, non solo non pagarono per l’errore commesso, ma raggiunsero i vertici più alti della carriera di un magistrato.
Ma quello di Enzo Tortora – come ricordava Saviano qualche settimana fa su L’Espresso, “non fu soltanto un caso di malagiustizia: contro il presentatore di Portobello si riversò l’odio congiunto di moltissime categorie di persone; un’invidia che fu letale”. Un odio e una voglia di manette che oggi ritorna ancora più forte.
Nel 2014, il 16 giugno era domenica: e con Marco Pannella e i compagni del Partito Radicale lanciammo da Napoli, con un comizio e una raccolta di firme in Piazza del Plebiscito, i 6 referendum radicali per la giustizia giusta per i quali mi ritrovai tra i primi firmatari dell’appello del comitato promotore. Responsabilità civile dei magistrati, separazione delle carriere giudicante e requirente, rientro in ruolo dei magistrati distaccati furori ruolo e abolizione dell’ergastolo ostativo.
Dopo trentacinque anni dall’arresto e tanti errori giudiziari meno noti del caso Tortora, le cose non sono molto cambiate, anzi per la questione sovraffollamento e rispetto dei diritti umani durante le fasi di privazione della libertà sono peggiorati negli anni, fino a portarci, nel 2013, ad esser condannati per i trattamenti inumani e degradanti nelle carceri.
Per questo – come ci ha insegnato Marco Pannella – in un’Italia ancora da trent’anni condannata per la irragionevole durata dei processi, e una regione – la Calabria – dove non c’è ancora un garante dei diritti delle persone private della libertà, né quello – istituito oltre 10 anni fa ma mai nominato – del garante per la salute, noi radicali nonvioneti, laici, liberali per lo Stato di diritto, non molliamo quella lotta per una giustizia giusta e per la sua appendice carceraria dove ancora troppo spesso vengono violati molti diritti umani e domenica prossima, 17 giungo, in occasione dei trentacinque anni dall’arresto e 31 dalla sua assoluzione, per ricordare alle istituzione e a noi stessi che di gente in carcere innocente come Tortora ce ne è parecchia.
Circa il 50% dei detenuti nelle carceri calabresi è in attesa di un giudizio definitivo, e molti, moltissimi, sono quelli in attesa di un primo giudizio. E molti di loro rischiano di essere riconosciuti innocenti dalla stessa magistratura. Come Angelo Massaro, che ci accoglieva da dietro le sbarre con la sua dignità e una maglietta verde con la foto di Marco Pannella, rimasto in cella a Catanzaro per oltre vent’anni e poi riconosciuto innocente e scarcerato con tante scuse. Ci fa onore aver avuto la disponibilità ad unirsi a noi, delegazione del Partito Radicale Nonviolento, la Senatrice Bianca Laura Granato (M5S) alla prima visita ispettiva in un carcere.>>.
Nel comunicato si specifica che la delegazione calabrese del Partito Radicale Nonviolento autorizzata dal DAP è composta da Rocco Ruffa, Antonio Giglio, Ernesto Biondi, Giovanna Canigiula e dallo stesso Candido.

A seguito della visita

L’intervista a Giuseppe Candido dopo la visita. Alla quale si era aggregata anche la neo eletta senatrice Bianca Laura Granato

Pubblicato da Giuseppe Candido

Geologo, giornalista pubblicista, insegnate di scienze e matematiche di ruolo, ha pubblicato numerosi libri. Per informazioni complete su Giuseppe Candido puoi visitare il sito www.giuseppecandido.it