<<Da molte settimane rivolgiamo un appello al Consiglio Regionale della Calabria affinché dia una prova di responsabilità e dimostri di essere un organo dello Stato rispettoso della Legge e dei Diritti Umani eleggendo una figura di garanzia che vigili sulla tenuta democratica della nostra Regione nei luoghi in cui, più che altrove, è a rischio la salvaguardia e il rispetto nostra Costituzione ovvero all’interno delle nostre carceri. Ve ne sono più di dieci nella nostra regione senza contare che il “garante” in questione sarebbe chiamato a vigilare anche su altri luoghi di “privazione della libertà” – presenti sul nostro territorio – quali solo i centri di permanenza degli immigrati (il tristemente noto CARA di Crotone ne è un esempio).>>
Nel comunicato Ruffa sottolinea come si è arrivati alla Istituzione del Garante dei diritti delle persone private della libertà: <<Consapevole di quanto fosse “urgente” la presenza sul nostro territorio di un garante dei detenuti, il Consiglio Regionale, – dopo anni di gestazione – aveva approvato all’unanimità, poco più di tre mesi fa, la legge n. 1 del 29 Gennaio 2018 che istituiva il “garante regionale delle persone private della libertà”