Stato di diritto vs Ragion di Stato (o di partito)

<<“Non mollare” è stato un periodico clandestino antifascista dove scrissero tra gli altri i fratelli Rosselli, Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini.
Fu quel periodico a ispirare la nascita dell’associazione (e della sua piccola casa editrice) “Non mollare” che non più tardi di anno fa ha reso possibile la pubblicazione di un libro dal titolo “Carcere Calabria” incentrato sullo stato (pietoso) del sistema carcerario calabrese di cui mi onoro di esserne stato coautore assieme al prof. Giuseppe Candido>>.
Così con una nota Rocco Ruffa, iscritto al Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani e tesoriere dell’associazione radicale nonviolenta calabrese “Abolire la miseria – 19 maggio” che tra qualche giorno terrà il proprio congresso in Lamezia Terme.
Ruffa, in digiuno per quattro giorni alla settimana da oltre sei mesi per chiedere l’istituzione del Garante dei diritti dei detenuti e per la riforma dell’ordinamento penitenziario che il Governo Gentiloni avrebbe potuto portare a termine, prosegue il suo comunicato stampa spiegando che:
<<Il carcere non è una cosa avulsa dalla Giustizia ma una sua appendice fondamentale: Carceri che il ministro della giustizia Andrea Orlando ha definito “criminogene” cioè generatrici di maggiore criminalità ovvero la negazione dello scopo che qualsiasi sistema penale deve proporsi. Avere carceri rispettose della Costituzione e della Carta Europea dei Diritti dell’Uomo – al contrario – consentirebbe di rendere la società più sicura perché al termine del percorso rieducativo il condannato sarebbe messo in condizione di badare a se stesso senza nuocere agli altri. Per questo motivo “non molliamo” la nostra battaglia armati di nonviolenza: digiuniamo perché abbiamo fame di Giustizia Giusta e continueremo a farlo finché la Politica non darà prova di responsabilità.
Chiediamo>> -conclude la nota di Ruffa <<che urgentemente il Parlamento metta la parola fine sull’iter di approvazione della riforma dell’Ordinamento Penitenziario che quasi un anno fa il Parlamento ha approvato e ora aspetta che il Governo faccia il suo dovere emanando i decreti attuativi che gli sono stati delegati. E chiediamo con altrettanta urgenza che il Consiglio della Calabria elegga il Garante dei detenuti per il quale -con colpevole ritardo- il Presidente di quel Consiglio avrebbe dovuto pubblicare, mesi fa, un avviso pubblico per la selezione dei candidati. E non sorprenda questo ritardo: era il 2008 quando quello stesso consiglio regionale emanava una legge che istituiva il “Garante della salute” e a distanza di 11 anni quella carica è ancora vacante! Non molliamo perché ci siano Garante della salute e garante dei detenuti (sono previsti dalla Legge). Non molliamo affinché in Gazzetta Ufficiale sia finalmente pubblicata la riforma dell’ordinamento Penitenziario vetusto di quasi 45 anni.
E non molliamo perché la legge che regola i Trattamenti Sanitari Obbligatori (che allo stato attuale sono inumani) sia riformata. La legge numero 180/78 che ha chiuso i manicomi e regola il TSO deve essere riformata. A distanza di 40 anni lo vorrebbero Franco Basaglia e Marco Pannella ma questa è un’altra storia>>.

Pubblicato da Giuseppe Candido

Geologo, giornalista pubblicista, insegnate di scienze e matematiche di ruolo, ha pubblicato numerosi libri. Per informazioni complete su Giuseppe Candido puoi visitare il sito www.giuseppecandido.it