Schiavitù nel XXI Secolo

Il Convegno che ha aperto il congresso del 19 maggio 2019.

La schiavitù nel XXI Secolo

Nel Mondo e in Calabria. Nuove forme e ipotesi per contrastarle

Dieci anni fa la rivolta di Rosarno. Pensavamo che in italia non ci fosse, che fosse stata sconfitta, debellata, ma la schiavitù in Italia, e in Calabria soprattutto, c’è ancora. Ed è sotto gli occhi, spesso indifferenti, di noi tutti.

Dopo il terzo morto e due roghi in meno di un anno nella tendopoli a San Ferdinando, l’Associazione Radicale Nonviolenta Abolire la miseria -19 maggio,  in occasione del proprio 2° congresso annuale e in collaborazione con la FIDU ETS – la federazione italiana per i diritti umani –  ha organizzato, all’interno dei lavori congressuali, una specifica sessione di lavoro sul tema delle nuove forme di Schiavitù e delle ipotesi per contrastarle. Il congresso si svolgerà in Calabria, a Sant’Onofrio di Vibo Valentia, a due passi dalle tendopoli di San Ferdinando e di Rosarno, per dire basta alla violazione dei diritti umani e civili dei lavoratori migranti nei campi calabresi, molto spesso trattati alla stregua degli schiavi.

  • Luogo: Sala Falcone Borsellino, Comune di Sant’Onofrio, Via Teti 5, Sant’Onofrio (VV)
  • Quando: Domenica 19 maggio dalle 9.00 alle 13:30 circa.
  • Organizzatore: Associazione Radicale Nonviolenta Abolire la miseria – 19 maggio
  • Coorganizzatori: FIDU, Federazione Italiana Diritti Umani – ETS
  • Dopo la pausa pranzo, dalle ore 14:30 il congresso di ALM

Interventi programmati:

  1. Saluti del Sindaco di Sant’Onofrio (VV), Onofrio Maragò;

  2. Introduzione ai  lavori: Giuseppe Candido (Segretario Ass. Radicale Nonviolenta Abolire la miseria – 19 maggio);

  3. Mina Schett Welby (Presidente Ass. Radicale Nonviolenta Abolire La Miseria – 19 maggio);

  4. Antonio Stango (presidente Federazione Italiana Diritti Umani FIDU-ETS);

  5. Enza Bruno Bossio, deputata PD, iscritta al PRNTT;

  6. Rocco Ruffa (Tesoriere Ass. Radicale Nonviolenta Abolire La Miseria – 19 maggio);

  7. Giuseppe Ruffa, Presidente Consiglio Comunale di Sant’Onofrio.

Schiavitù moderne. Alcune “fonti”

In Italia è scoppiato nel 2010 il caso di Rosarno, in Calabria: migranti impiegati nella raccolta degli agrumi vivevano in acre condizioni di sfruttamento, costretti ad abitare in contesti degradanti, senza alcuna tutele igienica. Amnesty International Italia ha stilato una ricerca, “Lavoro sfruttato due anni dopo”, facendo il punto sulla situazione dei lavoratori migranti impiegati come braccianti e rivelando paghe al di sotto del salario minimo contrattato fra imprese e sindacati, pagamenti ritardati o mancati pagamenti e lunghi orari di lavoro. Andrea Segre nel 2016 ha presentato il film-documentario “Il Sangue Verde”: Sette voci per sette storie raccontate dai braccianti africani che hanno vissuto gli scontri di Rosarno del 2010, contro lo sfruttamento e la discriminazione.

Leggi anche: Decreto Salvini e nuovi schiavi nella baraccopoli di San Ferdinando

https://decreto-salvini-e-nuovi-schiavi-nella-baraccopoli-di-san-ferdinando/

Rosarno, nella piana di Gioia Tauro, è una cittadina calabrese di meno di sedicimila abitanti. Come hanno ampiamente riportato i resoconti giornalistici, in questo piccolo centro, famoso per i suoi agrumeti e per lo spadroneggiare della ‘ndrangheta, si sono vissuti tre o quattro giorni di vera guerra civile. … Leggi tutto su La rivolta di Rosarno nel 2010: 

In un reportage sui nuovi schiavi dell’agricoltura, l’inviata di Repubblica Valeria Teodonio di Repubblica, scrive: “Gli addetti all’agricoltura in Italia sono un milione e 200 mila. Un quarto sono stranieri, dicono i dati di Coldiretti. L’Istat parla del 43 per cento di lavoro sommerso. Dunque i lavoratori a rischio sfruttamento nel nostro paese sono almeno 400mila. Di certo a migliaia restano sui campi anche 12, 14 ore al giorno. Anche per due euro e mezzo l’ora. Tre o quattro, quando va bene. Dovrebbero prenderne 8,60”.

https://www.focus.it/cultura/curiosita/5-cose-che-forse-non-sai-sulla-schiavitu-oggi

Oggi lo sfruttamento nell’agro business italiano è uno strumento fondamentale della mafia e delle multinazionali per massimizzare il profitto, dimostrare il proprio potere, e perpetuare l’oppressione dei lavoratori precari. Questo grossolano sfruttamento della popolazione prevalentemente migrante in uno dei principali settori produttivi nazionali non è casuale, e le sue caratteristiche capitalistiche lo presentano come proficuo modello di produzione piuttosto che come l’emergenza propagandata dai politici di destra e di sinistra indifferentemente.

https://volerelaluna.it/talpe/2018/11/23/migranti-i-nuovi-schiavi-dellagricoltura-italiana/


Mina Welby e Giuseppe Candido

Qui puoi vedere il convegno “Nuove Schiavitù”, organizzato in collaborazione con la FIDU e che ha aperto il 2° Congresso.


Pubblicato da Giuseppe Candido

Geologo, giornalista pubblicista, insegnate di scienze e matematiche di ruolo, ha pubblicato numerosi libri. Per informazioni complete su Giuseppe Candido puoi visitare il sito www.giuseppecandido.it